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Primavera, Luca Carboni eccetera

Bisogno di leggerezza e di pesanti passioni

Ho scritto poco fa su Facebook.  È una frase di Primavera,  canzone di Luca Carboni – non fate sbattimenti, ve la posto in fondo quando ho finito – ed è un po’il simbolo del cambio stagione. Da sempre.
O comunque da quando è uscito Persone Silenziose (Wikipedia mi aiuta e mi dice 24 novembre 1989.)
1989, sarà stato un po’ dopo, ma non troppo, perché quando dice “volevo fare il bensinaio” mi viene in mente quello che c’era nel quartiere quaando ero piccola. L’unico benzinaio che conoscevo. Quindi si, tagliamo la testa al toro. Primi anni 90.
E la primavera la annusavo già verso metà febbraio, passato il mio compleanno.  Però la mattina faceva ancora troppo freddo e la sera troppo buio, ma la sentivo e mi passava la paura che non sarebbe mai finito l’inverno.
Una decina di anni fa, quindi una decina di anni dopo Persone Silenziose, all’incirca,  la mia amica del cuore e io avevamo preso l’abitudine di chiamarci non appena sentivamo quel profumo di primavera. 
Quest’anno eravamo insieme quando l’odore è arrivato e ci siamo rilassate insieme sapendo che era finita, finalmente, l’agonia dell’inverno.
E oggi è primavera,  anche se lo è da una settimana visti il caldo e i fottii di margherite nei prati,  e io non ho ancora deciso cosa fare, a quale bisogno di leggerezza dare corda, cosa far scoprire di nuovo oggi a polpetta.
Improvviserò.

Dannata TV hai eliminato ogni mia capacità di…di…di?

ho sempre guardato moltissima televisione. è uno dei miei vizi peggiori.

non sarebbe poi così grave se non mi trovassi poi a sognare cose e persone viste alla televisione. succede così:

io vedo una puntata di Wedding Planner e la notte mi trovo a sognare che devo mettere in piedi il mio matrimonio. DI NUOVO. il risveglio non è dei migliori, anche perchè il primo istinto è quello di correre dal parrucchiere. senza nemmeno sapere la data delle nozze.

il peggio l’ho affrontato dopo una puntata delle Iene. ho sognato di essere la fidanzata di Matteo Viviani e di Pif. (ve li devo far vedere? gugolateveli da soli. comunque facciamo che il primo è quello bello e sexy e il secondo è caruccio e simpatico). Fidanzata con entrambi. E, no, non facevamo sesso. In pratica nel sogno non succedeva nulla se non che i due mi sciabattavano per casa e io li guardavo adorante. Verso la fine Pif mi si avvicina e mi dice “scegli: o me o lui” . e io sceglievo Pif. perchè sono una donna di sostanza. (nemmeno il subconscio mi sostiene).

e stanotte…beh. stanotte ho sognato l’università.

ieri sera ho visto il Concerto per l’Emilia e metà dei cantanti sono stati parte della mia colonna sonora dall’adolescenza fino a oggi. Ho cantanto, ho cercato sul tubo altre canzoni seguendo l’onda del “c’era anche questa. oh mamma che bella”, ho pensato di continuo a dov’ero e quando era mentre sentivo quelle canzoni. c’era Luca Carboni e mi sono ricordata dell’estate in vacanza a massa marittima con le cuffie del walkman (il walkman!!!) incollate in testa perchè l’adolescenza bussava e i miei rompevano. c’erano gli Stadio e dopo un po’ li ho ignorati perchè mi è venuta in mente un’altra loro canzone e sono andata a sentirla – eh i primi amori…- c’era Samuele Bersani che amo ancora oggi e “Replay” suonava a ripetizione nella radio della mia prima macchina. C’era Guccini. e Guccini è l’università, è Bologna (dove scappavo ogni volta che potevo, per vari motivi). Guccini è. Punto.

Così stanotte camminavo per i corridoi e prendevo i moduli per Lettere – ancora? ma dai – anche se il corso era qualcosa con un nome super figo, di quelli che ti fanno trovare lavori super fighi. Ho passato tutto il sogno alla ricerca dell’ufficio nel quale fare il colloquio d’ammissione, ma l’importante è stato ritrovare i mattoni dei chiostri, la voglia di studiare, l’odore dei libri.

Grazie Guccini.

Scegliere una canzone è difficile, ma visto il vento di stanotte, ho scelto questa.

e mi struggo.

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