Come si dice addio a una casa?
non sono una di quelle persone che si affeziona agli oggetti – tranne che ai libri, ma i libri non sono “cose”, sono storie vive – e nemmeno alle case.
non ho fatto molti traslochi in vita mia e tutti così vicini al luogo in cui sono cresciuta da non farmi pensare che fosse una cosa definitiva. in fondo ero sempre LI’, a Casa.
tra due giorni, però, dovrò salutare per sempre un appartamento non mio, in cui non ho mai vissuto e nel quale sono entrata pochissime volte negli scorsi anni – moltissime, negli ultimi mesi -.
sento il bisogno di dire addio a quel posto, di fermarmi prima di chiudere tutto e lasciarlo al suo destino. forse perchè chi realmente perde quella casa non può più farlo, perchè la sua vita è altrove, anche se il suo cervello non lo sa.
e non so come dire addio a tutto. niente feste, niente casino. da festeggiare c’è poco. quasi nulla. vorrei forse che la casa capisse – come se fosse viva – che non la sto abbandonando perchè non la volevamo più, ma per permettere a chi l’ha amata e abitata – scelta, costruita, riempita di vita e di ricordi – di avere un futuro dignitoso, con meno pensieri possibili.
vorrei fare qualcosa e, contemporaneamente, non fare nulla. voglio prendermi mezzora di silenzio e guardare ogni angolo. sarà una cosa difficile da fare? piangerò? come mi sentirò dopo?
non posso saperlo. so, però, che dire addio a quella casa è chiudere un capitolo. è togliere qualcosa che sarebbe dovuto rimanere lì dov’è, senza muovere una virgola. come uno scrigno di tesori.
è una scelta dolorosa, ma fatta con amore. spero che tu possa capire, spero che l’addio non sia così doloroso.